Bandiera della Sanità Militare Italiana

Bandiera della Sanità Militare Italiana

La Bandiera di guerra del Corpo Sanitario dell’Esercito (e predecessori) è custodita presso la Scuola militare di sanità e veterinaria, in Roma-Cecchignola, ed è decorata delle seguenti onorificenze.

Medaglia d’Oro al Valor Militare

«Erede e custode della secolare tradizione di dovere, di eroismo e di sacrificio, divideva sempre con i combattenti la buona e l’avversa fortuna nelle guerre dell’Indipendenza, d’Africa, e contro l’Austria Ungheria. Durante l’ultimo conflitto, su sette fronti, nella lotta partigiana e nella guerra di liberazione, confermava – rinnovandole – le sue altissime virtù militari di coraggio, di amor di Patria e di olocausto, aggiungendo alla schiera dei suoi Eroi, innumeri schiere di caduti immolatisi con alto spirito di sacrificio e nobile sentimento umanitario, per la salvezza dei fratelli colpiti ed a maggior gloria della Patria.
Africa Settentrionale ed Orientale, Albania, Fronte Russo, Guerra di Liberazione, 10 giugno 1940 – 9 maggio 1945 (al Servizio di Sanità militare)»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 12 luglio 1950
Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Per gli importanti servizi resi nella campagna di guerra in Libia 1911-1912 (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
– Roma, regio decreto 19 gennaio 1913.

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Instancabile, modesto, sereno, confortando di cure e di amore i sanguinanti fratelli negli stessi cimenti della battaglia o sotto le implacabili lontane offese nemiche, dette costante, mirabile esempio di ardore e di valore, di sprezzo del pericolo e di devozione al dovere. Guerra 1915-1918. (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
– Roma, regio decreto 5 giugno 1920.

Medaglia d’Argento per il terremoto calabro – siculo (1908)

«Per l’opera da essa data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia (alla Scuola di Applicazione di Sanità Militare del Regio Esercito)»
– Roma, regio decreto 5 giugno 1910.

«Per l’opera del Corpo Sanitario Militare, in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»  
– Roma, regio decreto 27 giugno 1911.

Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica

al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito
– Roma, regio decreto 11 giugno 1922.

Croce d’Argento al Merito dell’Esercito

«Nella circostanza del terremoto avvenuto nel Friuli il 6 maggio 1976 interveniva con tempestività per portare soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite. Prodigandosi oltre ogni limite e mettendo in evidenza quello spirito di abnegazione che è vanto del Servizio di Sanità dell’Esercito, operava senza sosta contribuendo in maniera determinante al ricovero, alla cura ed all’assistenza dei feriti e a tenere sotto controllo la situazione igienico-sanitaria della zona. Per tale attività riscuoteva l’unanime riconoscimento delle popolazioni friulane. Friuli, 6 maggio 1976 – 30 aprile 1977»
– Roma, decreto del Ministro della Difesa 13 dicembre 1977.

La Scuola militare di sanità e veterinaria ha in temporanea consegna la Croce d’argento al merito dell’Esercito concessa dal Ministro della Difesa nel 1977 all’Ospedale militare di Udine.

Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito

«In occasione del terremoto che il 23 novembre 1980 ha colpito le regioni Campania e Basilicata, la Sanità Militare interveniva in massa, con tempestività ed efficacia, nelle zone sinistrate spiegando sin dal giorno 24 novembre, quasi simultaneamente, una Unità sanitaria eliportata a Sant’Angelo dei Lombardi, un ospedale da campo di intendenza a Lioni ed un ospedale da campo a Pescopagano, e nella notte fra il 25 e 26 novembre, un altro ospedale da campo di intendenza ad Eboli. A partire dal 30 novembre, avvalendosi anche del generoso ed infaticabile contributo fornito da un complesso di oltre trecento infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana affluite da tutta l’Italia, organizzava inoltre una rete di ben centotredici nuclei sanitari a presidio di tutti i comuni danneggiati con compiti di assistenza medico-chirurgica e di medicina preventiva, completando così la copertura sanitaria del territorio terremotato. Nell’opera di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite, si prodigava oltre ogni limite con grande spirito di abnegazione, in condizioni ambientali rese proibitive da fattori atmosferici particolarmente avversi e dal susseguirsi delle scosse telluriche. La sua opera contribuiva in maniera determinata a salvare numerosissime vite umane attraverso 41.000 prestazioni medico-chirurgiche, 150.000 vaccinazioni e circa 3.000 interventi igienico-sanitari per controllo della potabilità delle acque e la bonifica a tappeto di tutto il territorio colpito dal sisma. Il rapido coordinamento delle operazioni, lo spirito di sacrificio e l’elevato livello di preparazione degli ufficiali, dei sottufficiali e dei soldati consentivano di scongiurare il paventato pericolo di epidemie. I numerosi atti di valore spesso recensiti dalla stampa, compiuti dal personale sanitario e parasanitario, anche in operazioni di salvataggio dalle macerie, di recupero e di ricovero dei feriti hanno conferito prestigio ed ammirazione per l’istituzione ed unanime riconoscimento al Corpo di Sanità da parte delle Autorità locali e delle popolazioni soccorse.
Province della Campania e della Basilicata, 23 novembre 1980 – 30 giugno 1981»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1981.

Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito

«L’ospedale da campo inviato a Beirut nell’ambito del Contingente italiano della forza multinazionale di Pace in Libano ha provveduto, nelle drammatiche vicende dell’aspra guerriglia, all’assistenza e alla cura dei feriti e dei malati, militari e civili, prescindendo nello svolgimento della generosa opera umanitaria da ogni credo politico e religioso e da ogni distinzione di razza. Il personale medico, sempre adoperatosi con slancio, generosità, umanità, ha riscosso stima, affetto e gratitudine non solo dalla popolazione libanese, ma anche dai Contingenti militari alleati e dalle autorità civili locali. Il Corpo di Sanità dell’Esercito ha così riaffermato anche nella particolare circostanza la sua secolare tradizione di dedizione e di disciplina nonché di grande perizia tecnica, ottenendo dentro e fuori i confini della Patria, incondizionato riconoscimento. Beirut, 14 ottobre 1982 – 26 febbraio 1984»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 7 maggio 1987.

Croce d’Oro al Merito dell’Esercito

«La Sanità dell’Esercito impegnata in Albania, Somalia e Mozambico nell’ambito delle operazioni Pellicano, Ibis e Albatros, ha assolto con grande perizia e profonda abnegazione, pur nelle difficili condizioni ambientali, il delicato ed oneroso compito di cura e assistenza di militari e civili riproponendosi, quale unico credo, il sollievo delle umane sofferenze. In questo quadro, tutti gli operatori sanitari, per lo slancio posto in essere, per la disponibilità ed il generoso spirito di partecipazione hanno riscosso l’unanime stima e gratitudine dei Contingenti militari alleati e di tutta la popolazione locale. Il Corpo di Sanità dell’Esercito, erede della gloriosa tradizione di sacrificio e di dedizione al servizio, ha riaffermato, anche in queste circostanze, efficienza elevatissima e intramontabili sentimenti di solidarietà umana».

Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica

«Albania – Somalia – Mozambico, 1991 – 1994»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1995.

Croce d’Oro al Merito dell’Esercito

Con decreto ministeriale n. 1353 del 29 aprile 2021, è stata concessa la croce d’oro al merito dell’Esercito al Corpo sanitario dell’Esercito con la seguente motivazione: «Il Corpo sanitario dell’Esercito, al culmine di una gravissima emergenza epidemiologica, pur provato dal diuturno e intenso impegno che lo vedeva coinvolto per tutto il 2020 nelle attività di cura e di tracciamento degli agenti virali, prodigava, con straordinaria dedizione, la sua azione di soccorso alla popolazione anche nella complessa e capillare opera di somministrazione dei vaccini, profondendo ogni energia in una formidabile opera di sostegno all’intero Paese, prostrato dalla pandemia. Il personale del Corpo, con le sue articolazioni professionali, tutte altamente qualificate, operava con mirabile senso del dovere e silenziosa abnegazione, accrescendo il lustro dell’Esercito al cospetto della Nazione». Territorio nazionale, gennaio – marzo 2021.

 

Medaglie all’Ex Corpo Veterinario

Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica

«Il Servizio Veterinario Militare ha costantemente offerto agli Organi Sanitari l’opera di insigni clinici, batteriologi, virologi, igienisti e ricercatori che, con elevate capacità organizzative ed interventi collettivi ed individuali non facilmente realizzabili, hanno altamente bene meritato della salute pubblica. Particolarmente notevole è stato il contributo dagli ufficiali Veterinari, qualche volta anche in veste di pionieri, alla diagnostica, profilassi e terapia del tetano e delle malattie trasmissibili dagli animali all’uomo. Gli apprezzatissimi sieri, vaccini e sostanze allergiche prodotte dagli Stabilimenti del Servizio sono stati ed ancora oggi vengono sistematicamente, e con pieno successo, utilizzati anche per uso civile. In numerose circostanze di pace e di guerra gli Ufficiali Veterinari hanno generosamente concorso al mantenimento della salute pubblica, assicurando “servizi sostitutivi” di alto interesse specie per l’igiene alimentare delle popolazioni. Preziose le iniziative e gli interventi organizzati e condotti dal Servizio Veterinario Militare, in piena intesa con le Autorità Sanitarie Civili, per la risoluzione di problemi, senza precedenti e di estrema gravità per la salute pubblica, determinati dalle calamità ed alluvioni succedutesi in epoca recente in toscana ed altrove»
-Roma, decreto del Presidente della Repubblica 8 novembre 1974.

Medaglia di Bronzo al Valore dell’Esercito

«Interveniva tempestivamente con propri ufficiali veterinari in tutta l’estesa area investita dal sisma del 23 novembre 1980 superando con eccezionale spirito di sacrificio, altissimo senso del dovere ed estrema abnegazione, difficoltà di ogni genere, organizzative ed ambientali, rese spesso proibitive e pericolose da condizioni climatiche particolarmente avverse e da frequenti scosse sismiche di assestamento. In condizioni di oggettivo pericolo per le estese distruzioni e le incombenti difficoltà di crolli, di frane e di contagio, bonificava il terreno, partecipava attivamente alla lotta al randagismo, ispezionava alimenti, recuperava animali convogliandoli in predisposti centri di raccolta, riforniva di foraggi anche i più lontani casolari rimasti isolati nel territorio impervio e compartimentato dell’Alta Irpinia, della Valle del Sele e della Basilicata, attraverso itinerari difficili resi pericolosi dal dissesto geologico, da abbondanti nevicate e dal gelo. Si distingueva nella riorganizzazione sociale ed economica delle zone sinistrate, dove per l’alta capacità tecnica e per l’elevato spirito di iniziativa evitava l’insorgere di malattie contagiose per uomini ed animali e riduceva al minimo le perdite del rilevante e prezioso patrimonio zootecnico. Nella drammatica ed instancabile opera di soccorso il Corpo Veterinario dell’Esercito con il suo intervento creava le premesse per il ritorno alla vita normale, riscuoteva l’ammirazione e la gratitudine delle popolazioni locali e contribuiva a tenere alto il prestigio della Istituzione. Provincie di Avellino, Salerno e Potenza, 24 novembre 1980 – 15 gennaio 1981»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1981.

Croce di Bronzo al Merito dell’Esercito

«Il Corpo Veterinario ha concorso, nell’ambito dell’operazione “Ibis” al soccorso della popolazione somala intervenendo, con propri ufficiali, a favore del patrimonio zootecnico locale. In tale circostanza, tutto il personale del Corpo ha contribuito al migliore svolgimento della missione, operando con elevata professionalità, alto senso del dovere e spiccata iniziativa, eccelse qualità che hanno consentito di ottenere risultati estremamente positivi. L’attività tecnica degli ufficiali veterinari, svolta in situazioni di oggettivo pericolo, è valsa a salvare migliaia di capi di bestiame, quasi unica fonte di sostentamento per le popolazioni indigene. Tale proficuo impegno ha consentito a tutto il contingente di mantenere ottimi rapporti con le popolazioni locali ed ha contribuito ad accrescere il prestigio della Forza Armata all’interno del Paese ed in ambito internazionale. Somalia – Balad, Johar, Bulo Burti, 13 dicembre 1992 – 14 marzo 1994»
– Roma, decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1995.