Nel corso di un duro rastrellamento condotto da ingenti forze tedesche ed ucraine resisteva valorosamente in contrada Vallortigara al comando di tredici partigiani contro alcune centinaia di nemici, infliggendo gravi perdite.
Incendiato il borgo, morti cinque dei suoi uomini, con generoso slancio balzava sparando contro il nemico, attirando su di sé l’attenzione e consentendo ai superstiti di disimpegnarsi.
Ferito, catturato e duramente seviziato, manteneva contegno fiero ed esemplare e, al fine di indurre il tedesco a non esercitare ulteriori rappresaglie sulla popolazione, affermava di aver costretto, armi in pugno, i civili a dare ricovero ai partigiani.
Portato pressoché morente davanti al plotone d’esecuzione, trovava ancora la forza di inneggiare alla Patria italiana.
Tretto (Vicenza), 26 giugno 1944.